Un sogno chiamato Mirco Antenucci

Trattativa reale ma difficile. Ingaggio e monte salari i problemi da risolvere

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AntenucciMirco Antenucci. Un nome che evoca piacevoli ricordi alla tifoseria bianconera. E che recentemente accende anche la fantasia. La trattativa per il ritorno dell’attaccante molisano sotto le cento torri non è un’invenzione giornalistica. Ma affinché possa concretizzarsi devono incastrarsi alla perfezione i pezzi di un puzzle complicato. Vediamoli.

Il contratto di Mirco col Leeds United è in scadenza il prossimo giugno.
I rapporti tra il presidente Cellino e il ds Marroccu sono ottimi, dopo i tanti anni vissuti in simbiosi a Cagliari.
Mirco vorrebbe tornare in Italia per motivi familiari, e i suoi suoceri risiedono a Giulianova, distante pochi chilometri dal capoluogo piceno.
Mirco conserva un buonissimo ricordo dei suoi trascorsi in bianconero e antepone l’Ascoli ad altri club della serie cadetta.
Il suo procuratore Silvio Pagliari è lo stesso di Giorgi e Cinaglia. Oltre che di Frison, portiere attualmente in prova.
Tanti indizi che vanno a suo favore.

Ma l’ostacolo da superare è l’alto ingaggio percepito oltremanica. Grazie ai cospicui diritti televisivi, i club di Premiership possono infatti elargire stipendi pesanti.
L’Ascoli si è imposto per propria volontà un tetto salariale. Ma va anche detto che la Lega di B prevede un monte ingaggi da non superare, pena la decurtazione dei contributi. Anche volendo, il club di corso Vittorio Emanuele dovrà quindi stare molto attento nella valutazione complessiva dell’operazione.

Allo stato attuale l’Ascoli non potrebbe permettersi la coesistenza tra Cacia e Antenucci. Non tanto dal punto di vista tattico, quanto da quello economico. Nonostante qualche soffocata lamentela sulle strutture, Cacia si trova bene nella piazza di Ascoli. Una tifoseria passionale come quella bianconera lo stuzzica. E sembra inoltre essersi sbloccato da un punto di vista psicologico, avendoci fatto intravedere nelle ultime due partite quello che tutti ci aspettavamo da lui. Oltretutto, non potrebbe essere ceduto in Europa in quanto ha già vestito le maglie di Bologna e Ascoli nel corso di questa stagione e il regolamento Figc non prevede una terza possibilità. Resterebbe aperta solo l’ipotesi di un mercato sfalsato rispetto al nostro, ma le sirene giapponesi non allettano Daniele, soprattutto per motivi familiari. Detto questo, Cacia è un punto fermo del progetto tecnico di Devis Mangia.

Ecco perché, per vedere Antenucci tornare ad indossare la maglia bianconera, occorre battere una strada alternativa. Che sarebbe quella di liberarsi di altri contratti pesanti. Ma piazzare altrove Canini e Antonini, finora ampiamente al di sotto delle aspettative, non sarà affatto semplice. Ad oggi il ritorno del bomber di Termoli resta quindi solamente un sogno. Ma l’imprevedibilità del calciomercato non sbatte mai la porta in faccia a nessuno. Da qui alle 23 del 1° febbraio le carte in tavola potrebbero anche cambiare.

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