Un Picchio da impazzire: Pescara strapazzato

Riviviamo insieme le bellissime emozioni di una serata memorabile

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Ascoli PescaraL’Ascoli schianta il Pescara. I biancazzurri escono ancora una volta dal Del Duca a testa bassa. Il Picchio mette la freccia, si sposta in corsia di sorpasso e supera gli abruzzesi: la classifica sorride ai bianconeri di Petrone (10 punti), uno in più della compagine di Oddo, costruita per stare in alta, altissima quota. La ferita di Lapadula, autore del momentaneo gol del vantaggio, da ancora aperta diventa un’emorragia quasi insanabile mentre il Del Duca vive una grandissima serata di calcio (quasi 10 mila spettatori) come non accadeva da lunghissimo tempo: due grandi squadre e due ottime tifoserie che si sono date battaglia in campo e sugli spalti. A prevalere però sono ancora i colori bianconeri del Picchio. Come succede ininterrottamente da 27 anni. Con questa per il Pescara fanno 9 sconfitte nelle ultime 9 sfide.

LE SCELTE – Mario Petrone deve rinunciare a Caturano e Mengoni, Addae recupera dal problema alla spalla ma va inizialmente in panchina come 8 giorni fa. Stessi unidici di Novara con Giorgi, Pirrone e Jankto un po’ più indietro di Gigi Grassi, deputato a svariare sul fronte d’attacco e armare Cacia e Perez. In distinta tra i sostituti c’è per la prima volta Bellomo, distinta dove addirittura non figurano Del Fabro, Nava, Frediani e De Grazia. Nella serata in cui in curva si ricorda Reno Filippini a 27 anni dalla sua scomparsa, il Pescara inizia pressando alto e liberando tutto l’estro del trio Lapadula-Cocco-Caprari.Quest’ultimo chiama Lanni alla grande risposta dopo appena 5 minuti, gli altri due sono pericolosi poco più tardi. A centrocampo Oddo, nonostante l’emergenza, fa sedere Torreira e Valoti affianco a lui. In campo l’ex nocerino Bruno, all’esordio in campionato dopo la squalifica per gli stipendi in nero, il ghanese Selasi e il libico Benali.

LAPADULA GOL INUTILE– Al Del Duca è una gran bella partita. Ritmi alti, gioco gradevole da ambo le parti, sia Petrone che Oddo a cercare di arrivare al risultato attraverso il gioco. I primi 45 minuti vanno consegnati agli archivi con una leggera supremazia degli abruzzesi, migliori nel palleggio e nella circolazione della sfera, ma con almeno un paio di occasioni dei bianconeri che gridano vendetta, entrambe capitate sulla testa di bomber Cacia. Nulla di fatto ma il meglio deve ancora venire. Petrone sa che il centrocampo del Pescara, inedito oltre che internazionale, può calare alla distanza. L’ha preparata proprio così. E così il Picchio comincia la ripresa con l’acceleratore a manetta ma becca il gol nel suo momento migliore. Si iniziano a vedere azioni di una certa qualità, Almici butta palle in mezzo a quantità industriali, ma al 17’ Caprari si infila nello spazio e mette Lapadula davanti alla porta spalancata. Tocco facilissimo e Delfino in vantaggio.

GIGI-GIGI-LEO, TRIO DA IMPAZZIRE – La reazione dell’Ascoli è veemente, tutta grinta e cuore. Un Picchio rapace come quello delle stagioni migliori. Grassi, Perez e Giorgi giocano una partita sontuosa. Il Gigi toscano, ben bloccato nel primo tempo, sale in cattedra, disegna calcio e per poco non pareggia con un bolide di sinistro da fantascienza. Leo è una scheggia impazzita che manda in tilt la difesa pescarese. È dappertutto. Al 22’ alza troppo la mira da centro area in completa solitudine ma due minuti più tardi si fa perdonare facendo esplodere il Del Duca. Il soldato sfrutta la sponda di Cacia, scherza la coppia coppia bionda Fornasier-Crescenzi e fulmina Fiorillo con un diagonale imprendibile. L’altro Gigi, vecchio cuore ascolano, al minuto 38 fa diventare realtà il motivo per il quale è tornato, leggi alla voce “far diventare il gol di Ancona una costante”. Anche grazie alla deviazione di Crescenzi, mette in porta la palla del 2-1.Il ribaltone è servito, il boato della curva sud è impressionante. Altro che contrattoni e quadriennali, l’Ascoli è l’Ascoli. Al cuor non si comanda.

MOSTRO PETAGNA – Nel frattempo Petagna aveva rilevato Cacia e aveva contribuito in maniera definitiva a spaccare la partita e a mandarla nella direzione giusta, quella ascolana. Prima aveva impegnato Fiorillo da posizione defilata poi era stato l’autore dell’assist a Giorgi. Queste due cose di un peso specifico enorme le unisce a una potenza fisica imbarazzante, fuori dalla norma. Alla fine mancano 7 minuti più recupero. Perez continua a rincorrere a cento all’ora qualsiasi cosa in movimento, Altobelli e Addae entrano a dare una mano, Grassi va a perdere tempo alla bandierina. Petagna tiene impegnati tre pescaresi contemporaneamente. Sta di fatto che il Pescara davanti non si vede più. Anzi, ci scappa anche la situazione per rimpinguare il risultato. Fa tutto Petagna, sì ancora lui. Un mostro. Si guadagna e realizza il rigore del 3-1 a tempo ormai scaduto.  «Sconfitta meritata. Fisicamente ci hanno sovrastato» commentano in sala stampa i biancazzurri Bruno e Crescenzi. E se Oddo punta alla Serie A, noi… sogniamo insieme.

ASCOLI-PESCARA 3-1 (primo tempo 0-0)

MARCATORI: 17′ st Lapadula, 24′ st Perez, 38′ st Giorgi, 49′ st (rig) Petagna

ASCOLI (4-3-1-2): Lanni; Almici, Canini, Milanovic, Antonini; Giorgi, Pirrone (41’ st Addae), Jankto (35′ st Altobelli); Grassi; Cacia (30′ st Petagna), Perez. A disp. Svedkauskas, Cinaglia, Pecorini, Carpani, Bellomo, Berrettoni. All.: Petrone.

PESCARA (4-3-1-2): Fiorillo; Fiamozzi, Fornasier, Zuparic, Crescenzi; Selasi, Bruno (26′ st Mitrita), Benali (20′ st Torreira); Caprari (26′ st Valoti); Cocco, Lapadula. A disp. Aresti, Campagnaro, Cappelluzzo, Forte, Bulevardi, Maloku. All. Oddo.

ARBITRO: La Penna di Roma

NOTE: ammonizioni: Grassi, Crescenzi, Milanovic, Bruno, spettatori 9216 (5406 paganti + 3810 abbonati), recuperi 0’ pt + 4′ st

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