Un Ascoli in crescita

Nonostante il ko, a Modena ottimo possesso palla e buona prestazione. Serve più malizia

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IMG-20151017-WA0009Alla vigilia della sfida del Braglia, si parlava del Modena come di una squadra incapace di finalizzare l’enorme mole di gioco prodotta. Eppure sabato scorso si è vista tutta un’altra partita. Merito dell’Ascoli e della sua impostazione tattica. Al netto della sciagurata direzione arbitrale, i canarini non sono riusciti a scoccare conclusioni di rilievo verso la porta bianconera. E la sensazione è che, senza i due “rigorini” concessi da Candussio e dal suo assistente Muto, non sarebbero mai riusciti a varcare la riga bianca difesa da Lanni.

Nel primo tempo si è visto un Ascoli padrone del gioco, a tratti anche imbarazzante nella superiorità di palleggio come quando – da 06’59” fino a 08’47” – per 108 secondi filati il Modena non è riuscito nemmeno a sporcare la fitta ragnatela di passaggi del Picchio. Sono stati dunque i bianconeri a tenere il pallino del gioco, con gli avversari schiacciati dietro e probabilmente frenati dalla paura di perdere.

Lo spartito è però cambiato a mezz’ora dalla fine, quando Canini – già ammonito – commetteva un ingenuo fallo entrando in scivolata su Calapai. L’Ascoli in inferiorità numerica, provando a riorganizzare la difesa con l’accentramento di Antonini, soffriva il predominio territoriale del Modena. Ci voleva però un rigore dubbio per spezzare l’equilibrio, per un “presunto fallo” di Pirrone (citazione tratta dagli highlights di Sky).

A quel punto Petrone decideva di riassestare subito la difesa con l’inserimento di Cinaglia al posto di Grassi, per evitare pericolosi sbandamenti e tenere viva la contesa fino all’ultimo. Spazio anche all’esordiente Bellomo in cabina di regia in luogo di Pirrone. Mosse che sortivano gli effetti sperati, non soltanto con il pari di Giorgi ma anche con l’impressione di poterla addirittura vincere nonostante l’inferiorità numerica.

Era clamorosa l’ammonizione per simulazione comminata a Perez, cinturato in area di rigore da Marzorati (già ammonito) al minuto 88. Poteva essere la svolta, invece era solo l’anticamera del rimpianto di quello che sarebbe accaduto pochi istanti dopo. Un veniale quanto ingenuo intervento di Addae – appena subentrato a Cacia per irrobustire il centrocampo affievolendo l’eventuale forcing finale canarino – induceva l’arbitro ad assegnare il secondo penalty di giornata ai padroni di casa, condizionando pesantemente il risultato finale.

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