Sembra un’eternità, invece è passato solo un anno

Ricordiamoci dove eravamo. Arriveranno momenti difficili, sconfitte dure da digerire. Dovremo dimostrare di meritare tutto questo facendo la differenza sugli spalti

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nicolettiUn pomeriggio piovoso, un’auto entra al Del Duca. Dentro c’è Costantino Nicoletti, accolto da urla e spintoni. Nella sala stampa dello stadio è in programma la sua conferenza stampa di presentazione. Ma a parlare prima di lui è la tifoseria.

Era l’11 novembre 2013.  «L’Ascoli Calcio è un valore per la città e per la gente – dicono i tifosi – Siamo stufi di essere presi in giro, è stato compiuto uno scempio. A noi non interessa la categoria, vogliamo ritrovare la dignità. Se sei venuto per prendere tempo, ti mettiamo i soldi della benzina. Puoi tranquillamente ripartire per Firenze». Saranno giorni durissimi per tutti i tifosi dell’Ascoli. Notizie che si rincorrono alla velocità della luce, la rassegnazione che sembra prendere il sopravvento. La gloriosa storia di una delle società più antiche d’Italia, la regina delle provinciali, sembra essere arrivata al capolinea.

Non andò così e il resto della storia è noto a tutti, anche se qualcuno ogni tanto fa finta di dimenticarlo. Sembra un’eternità, invece è passato solo un anno. Esattamente 365 giorni fa eravamo nel baratro, il precipizio era vicinissimo, destinati a sparire dal calcio. Tutta la tifoseria invece si ricompattò, come un unico blocco di cemento armato, e lottò tutta insieme per uscire dall’incubo. E grazie all’avvento di una società seria siamo tornati a vivere. I 3 mila del pomeriggio del 6 febbraio saranno per sempre un ricordo ben scolpito nella nostra memoria.

Ricordiamoci sempre da dove siamo venuti e dove eravamo. Ora ci sono un gruppo di imprenditori onesti, tifosi come noi, che stanno cercando di fare le cose per bene. C’è un allenatore che ha fame di vittorie, c’è una squadra che lotta fino all’ultimo secondo per onorare la maglia. A Reggio Emilia a fine partita l’abbraccio tra mister, giocatori e tifoseria è stato indimenticabile.

Siamo primi, è vero. Ma ancora non abbiamo fatto nulla, il campionato è lungo e finisce a maggio. Nessuno ci regalerà mai niente. Non succedeva prima, tutti triplicano gli sforzi quando giocano contro l’Ascoli, in campo e fuori. Figuriamoci ora che siamo in testa. Sicuramente ci saranno momenti difficili, complicati, sconfitte dure da digerire. Sarà proprio in quei momenti che dovremo essere bravi a dimostrare che ci siamo meritati quello che ci è successo. Lo dobbiamo fare per noi, per tutti. Noi siamo l’Ascoli.

Il nostro dovere è lottare ogni fine settimana insieme ai giocatori proprio come stiamo facendo adesso. Quando si vince è più facile. È quando le cose vanno male che dobbiamo fare la differenza. A maggio poi faremo i conti e vedremo se il sogno sarà diventato realtà.

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