Savona-Teramo, la ricostruzione

La Gazzetta dello Sport ha pubblicato le prime intercettazioni

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dirty soccer inchiesta catanzaro calcioscommesseA differenza dei colleghi di Catania, la Procura di Catanzaro aveva mantenuto secretati gli atti di propria competenza in quanto l’indagine non si era ancora conclusa. Nemmeno gli avvocati difensori avevano potuto accedervi. Adesso che sono stati trasmessi alla Figc, qualcosa però inizia a trapelare a mezzo stampa. La Gazzetta dello Sport in edicola oggi traccia un quadro abbastanza definito della situazione di Savona-Teramo. Da quanto emerge dalle ricostruzioni degli inquirenti, il contenuto delle intercettazioni è inequivocabile e la partita sarebbe stata combinata. Viene descritto minuziosamente anche il modus operandi ed il costo finale (30mila euro) dell’operazione. Il quotidiano pubblica anche alcuni stralci delle intercettazioni, riguardanti la spartizione del compenso tra Di Nicola (ds dell’Aquila ma intermediario della combine), Pesce e Barghigiani.
Ma le telefonate intercettate sono tante ed altre probabilmente saranno pubblicate nei prossimi giorni. Il Teramo, volendo evitare di giocarsi il campionato all’ultima giornata nello scontro diretto contro l’Ascoli (secondo in classifica), aveva necessità di espugnare Savona per mantenere il margine (+4) e conquistare la promozione aritmetica in serie B. Il ds teramano Di Giuseppe chiede un incontro al collega aquilano Di Nicola. Da quel momento Di Nicola si muove – secondo gli investigatori – perseguendo l’obiettivo di combinare il risultato della partita di Savona. Il primo tentativo vede il coinvolgimento di Matteini, attaccante del San Paolo Padova, che contatta due giocatori del Savona (Cabeccia e Marchetti), essendo autorizzato a spendere fino a 50mila euro. Cabeccia rifiuta la proposta, Marchetti non si presenta invece all’appuntamento. Allora si tenta una strada diversa: contattare il consulente del Savona Barghigiani, a cui si arriva grazie alla mediazione di Ninni Corda, allenatore del Barletta ma ex del Savona. Dopo una serie di colloqui telefonici, la riunione decisiva si svolge poche ore prima della gara. L’accordo viene raggiunto, nonostante le lamentele di Barghigiani per il mancato pagamento di un anticipo.
Nella ricostruzione manca la voce di Campitelli, presidente del Teramo, che non parla mai al telefono con Di Nicola, la cui utenza è sotto controllo. Ma la Procura è sicura che sia proprio lui il mandante, in quanto il ds Di Giuseppe non può aver agito per proprio conto all’insaputa del suo presidente. E ad incastrarlo ci sarebbe non tanto la telefonata di congratulazioni di Di Nicola (sul cellulare di Di Giuseppe) dopo la vittoria, quanto la visita che lo stesso Di Nicola avrebbe fatto una decina di giorni dopo proprio nell’ufficio dello stesso Campitelli. Secondo gli inquirenti per incassare quanto pattuito. A provare la sua presenza lì, oltre ad una telefonata con Barghigiani, la cella agganciata dal telefonino di Di Nicola.
Ormai assodato che di combine si è trattato, la battaglia legale (sportiva) del Teramo verterà sulla figura di Campitelli. Di Giuseppe non ha infatti la responsabilità legale e di conseguenza l’esclusione di Campitelli comporterebbe la responsabilità oggettiva del Teramo, anziché quella diretta. Un dettaglio non di poco conto che potrebbe salvare la serie B.
Ma l’ufficio inchieste Figc partirà dalla ricostruzione della Procura di Catanzaro, secondo cui il mandante sarebbe il presidente Campitelli. Alla difesa, rappresentata dall’avvocato Eduardo Chiacchio, l’arduo compito di dimostrare il contrario.

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