Sarri, Ferguson e l’Ascoli di Petrone

Due anni fa il tecnico partì malissimo sulla panchina azzurra ma fu confermato da Corsi

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empoli ascoli

 

Quattordici ottobre 2012, stadio Castellani di Empoli, nona giornata. Il campionato di B è iniziato da appena 50 giorni e i toscani di Sarri sono in crisi nerissima, di gioco e di risultati. Il destino dell’allenatore (esonero) e della squadra (retrocessione) sembra quasi già segnato.

L’Ascoli va in Toscana facendo esordire Conocchioli, l’Empoli oltre alla complicata situazione di classifica ha anche diversi assenti in difesa ma colpisce subito un palo con Maccarone. I bianconeri passano in vantaggio con Zaza, Tavano sfiora il pareggio e l’Ascoli raddoppia con Feczesin. Nella ripresa sempre Tavano sbaglia un facile gol, l’Empoli prende un altro palo e la squadra di Silva va ancora a segno con Russo. Finisce 0-3.

Lo score dell’Empoli, relegato all’ultimo posto in solitaria, è disastroso: 4 punti, nessuna vittoria, 5 sconfitte (di cui 3 in casa) in 9 partite, 8 gol fatti e 20 subiti. Dopo la partita in sala stampa i giornalisti toscani attendono il presidente Corsi. Tarda ad arrivare perché sta comunicando l’esonero a Sarri, dicono. Non sarà così. Corsi in maniera molto tranquilla spiega a tutti che si va avanti con Sarri. La società crede in lui, è stato iniziato un percorso e si continua insieme nonostante un inizio di campionato molto al di sotto delle aspettative. Come è finita? Dopo aver perso con l’Ascoli, l’Empoli vince 4 partite consecutive e conclude il campionato al quarto posto con 73 punti. Perde la finale play off con il Livorno, Sarri viene riconfermato e la stagione successiva centra la promozione diretta senza passare dagli spareggi.

Empoli non è Ascoli, d’accordo. Ma la storia dovrebbe pur insegnare qualcosa. Sir Alex Ferguson aveva vinto tutto con l’Aberdeen, eppure impiegò quasi 4 anni per alzare il primo trofeo all’Old Trafford. Ascoli è una piazza difficile ma a volte si perde il senso della misura. Come quando il 6 marzo 2005 un Ascoli senza 7-8 titolari fu sconfitto 2-3 al Del Duca contro l’Albinoleffe e Marco Giampaolo uscì scortato dai Carabinieri. Tre mesi dopo arrivò l’1-0 al Modena e tutti sappiamo come è continuata la storia.

La nostra è una piazza passionale, esigente fino allo spasimo, il popolo bianconero vive di Ascoli dal lunedì alla domenica. E questa è la sua grande forza però non può diventare una debolezza alla prima – minima – difficoltà. Criticare e mugugnare ci sta nel gioco delle parti ma occorre farlo senza smarrire il lume della ragione. Sono in pochissimi – è vero – ma dire dopo appena 5 partite che la squadra non ha un gioco, non tira in porta e non crea occasioni o peggio che Petrone ha perso la bussola equivale a “sparlare”.

Ad Ascoli e in generale in Italia siamo abituati col fare tutto all’ultimo minuto, vivere alla giornata, cambiare idea in continuazione a seconda di come tira il vento e mandare all’aria mesi di lavoro in un attimo. Senza mai uno straccio di programmazione. Il nostro attuale presidente grazie ai progetti pluriennali ha costruito le sue fortune. A Francesco Bellini e Mario Petrone, altra persona di grande carattere, questo sparuto “vociare” avrà fatto il solletico. Anzi, sicuramente per loro sarà uno stimolo a fare ancora meglio. E comunque, per la cronaca Maurizio Sarri, due anni dopo, allena l’Empoli in Serie A.

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