Quello scatto in avanti

Cardinaletti rischia di isolarsi. Se vedrà i soci come una risorsa allora la società potrà svoltare

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Cardinaletti00Era lo scorso 16 marzo. Nel corso della mattinata di un mercoledì qualunque, il presidente Francesco Bellini presentava agli organi di informazione Andrea Cardinaletti. Il manager di Jesi veniva investito della carica di amministratore delegato in pectore.

A tre mesi di distanza, esattamente in data 13 giugno e dopo intense settimane di negoziazioni e confronti, il ruolo di Cardinaletti veniva ridisegnato. Non amministratore delegato bensì amministratore unico. Un potere ancora maggiore, seppur soggetto al controllo dei soci. Ma diversi sono i paletti che gli sono stati imposti, a partire dalla durata del contratto ridimensionata da 48 a 18 mesi. Oltre a un budget da non sforare, tra l’altro limato dagli ingenti investimenti da destinare alla sistemazione del centro sportivo Città di Ascoli e dalle buonuscite per le risoluzioni dei contratti di Lovato, Marroccu e forse di quelli di Petrone e Antonini.

Alla luce di tutto questo, i rapporti tra Cardinaletti e i soci rimangono freddi. La limitazione dei poteri che pensava di disporre lo hanno portato a nutrire diffidenza nei loro confronti, conoscendo anche il forte legame che Faraotti, Tosti e Ciccoianni hanno con la tifoseria. Lui si sta isolando. Da un lato il filtro delle notizie di mercato viene considerato indispensabile quando si opera con un rigido budget che non può essere superato, in quanto si rischierebbe di far lievitare i costi. Ma per il resto sta correndo il rischio di non possedere una rete protettiva in caso di errore.

Il cuscinetto tra la dirigenza e la tifoseria – che l’anno scorso in più frangenti è stato provvidenziale – rischia di azzerarsi. E i margini di errore di Cardinaletti si assottigliano. Per esempio sul rinnovo di Cacia si gioca molto della sua credibilità, dopo aver ripetutamente annunciato – in ultimo durante la conferenza di presentazione dello staff sanitario – che sarà uno dei cardini della squadra che verrà.

Sta a lui capire che i soci sono una risorsa e non una minaccia. La collaborazione può solamente essere positiva, quando si ha a che fare con persone attaccate in modo viscerale alla squadra e dal grande spessore umano. Se Cardinaletti capirà questo, allora la società potrà veramente svoltare. Facendo quello scatto in avanti più volte auspicato.

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