Ninkovic e Da Cruz, rebus complicato

Punirli ma senza esagerare, sono valori aggiunti della squadra

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Foto Ascoli Calcio 1898 fc

Di certo ad Ascoli non ci si annoia. Quante volte è capitato, anche di recente, di finire alla ribalta nazionale. E quanto successo sabato scorso al Del Duca non è passato inosservato.
Corre il 25′ della ripresa, Cavion stacca in area su un cross mancino di D’Elia ma viene sbilanciato da un avversario. Il signor Ayroldi di Molfetta indica senza indugio il dischetto, Alessio Da Cruz si fionda a recuperare il pallone finito nei pressi dell’assistente. In assenza di Ardemagni  – uscito un quarto d’ora prima per Scamacca – si autoproclama battitore, in barba alle gerarchie stabilite a tavolino. Nìkola Ninkovic, tiratore designato, non la prende bene. Ma l’olandese non ci sente, non ascolta neppure Brosco – investito dei gradi di capitano – quale messaggero di mister Zanetti. Allora Ninkovic diventa una furia, chiedendo platealmente il cambio. Neppure Troiano riesce a calmarlo, alzatosi dalla panchina e ricacciato indietro all’interno dell’area tecnica dal quarto uomo Baroni.
Nel frattempo l’imperturbabile Da Cruz trasforma in modo magistrale dal dischetto, portando l’Ascoli in vantaggio. Ninkovic neanche esulta e si dirige verso il centro del campo, ignorando l’invito di mister Zanetti a rimanere dentro. Che a quel punto è furibondo e lo indirizza verso gli spogliatoi, marcato stretto dal massaggiatore Teo De Luca mentre il pubblico fischia, manifestando tutto il proprio disappunto verso il gesto del serbo.
Non è assolutamente facile risolvere il rebus. Perché il club è costretto a intervenire per dare un segnale forte, a difesa delle regole del gruppo e anche di un allenatore apparso in difficoltà. E’ probabile che Ninkovic venga escluso dalla lista dei convocati per Crotone, ma anche il recidivo Da Cruz dovrebbe andare incontro a un’ammenda. La società è chiamata a riportare ordine, punendoli ma senza esagerare nella speranza che facciano tesoro dei propri errori. Imparando ad anteporre l’interesse dell’Ascoli a quello individuale. Perché non si può nascondere che entrambi rappresentino un grande valore, tecnico e patrimoniale. E tagliarli fuori dal progetto equivarrebbe a punire principalmente noi stessi.

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