L’Ascoli e il cofanetto dei torti arbitrali

Il Cittadella si lamenta, ma sbaglia toni e modi. Quante volte è toccato a noi

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livio-marinelli“Ho chiamato Abodi, questa sera per me è morto qualcosa, non ho mai visto una cosa simile in tanti anni”. Sono le pesantissime dichiarazioni rilasciate in sala stampa dal direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, a caldo dopo la sconfitta interna maturata venerdì sera. Anche il mister Roberto Venturato non dribbla le polemiche, affermando che “sembrava che l’Ascoli dovesse vincere per forza”. Mettendo sotto accusa la direzione del signor Marinelli della sezione di Tivoli.

Detto francamente, le proteste del Citta sono comprensibili. L’espulsione di Litteri appare molto severa, seppur giustificata dalle norme in vigore. L’arbitro ha cioè applicato alla lettera il regolamento. “Non è un problema mio” si legge nel suo labiale in risposta alle proteste del capitano Iori, che probabilmente gli aveva fatto notare che avesse già un’ammonizione a proprio carico. Altri due gli episodi realmente dubbi: il giallo a Kouame e, soprattutto, quello comminato per simulazione a Chiaretti. Nonostante la sproporzione statistica (sette cartellini contro zero), non risultano altri errori di valutazione. Anzi, nel finale Martin è stato graziato per due volte nel giro di un paio di minuti. Così come l’intervento killer di Litteri su Bianchi dopo tre minuti poteva – con un metro di giudizio più severo, tipo quello spesso adottato dagli arbitri nei confronti di Addae – essere giudicato da rosso diretto.

Il Cittadella avrà le sue ragioni ma ha esagerato, nei toni e nei modi. Cosa che ha nitidamente ammesso lo stesso presidente di Lega Andrea Abodi, dopo aver rivisto la replica notturna della partita ed essersi confrontato col designatore Farina.

Gli errori arbitrali fanno parte del gioco. E vanno accettati, seppur con amarezza. Per esempio, l’arbitraggio del signor Di Paolo di Avezzano di sabato scorso è stato molto più decisivo nella vittoria del Verona sull’Ascoli, piuttosto che quello di Marinelli nel successo del Picchio a Cittadella. Il fatto che l’Ascoli non abbia sbattuto i pugni sul tavolo non significa che sia filato tutto liscio.

Anche perché forse potremmo preparare un unico cofanetto contenente gli arbitraggi dell’anno passato di Ascoli-Cesena (Di Paolo), Latina-Ascoli (Chiffi), Modena-Ascoli (Candussio), Pescara-Ascoli (Pinzani) e Ascoli-Livorno (Pairetto) e inviarlo al Cittadella per far capire ai veneti cosa vuol dire essere martoriati dalle decisioni arbitrali. Aggiungendo un’appendice con l’operato di Baracani a Cesena, in quanto – per motivi di spazio – gli episodi chiave non riuscirebbero a essere compressi in un solo file, neppure zippandoli.

1 Commento

  1. Giuseppe da cagliari 23 ottobre 2016 at 17:03

    Esamina dei fatti PERFETTO
    Grazie

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