La prima volta del cooling break

Ieri a Trapani due time out tecnici dovuti all’afa. Novità assoluta per l’Ascoli

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20160918_000225Minuto numero 30, rimessa dal fondo per l’Ascoli. L’arbitro Rapuano della sezione di Rimini interrompe le ostilità, i giocatori delle due squadre raggiungono le rispettive panchine e iniziano a bere e a rinfrescarsi. Si tratta del cosiddetto cooling break, una delle novità regolamentari del campionato in corso. Non ve n’è traccia nelle 38 pagine della circolare numero 1 dell’Aia, se non un minimo accenno per quanto riguarda i tempi di recupero. E’ infatti il frutto della ricezione di una direttiva IFAB che rimanda ad altri regolamenti. Si tratta di una sorta di time out tecnico, introdotto dalla Fifa in occasione dei Mondiali brasiliani del 2014, per adeguarsi a una sentenza del tribunale del lavoro di Brasilia in cui veniva sancito l’obbligo della pausa per permettere ai giocatori di reidratarsi nel caso in cui si raggiungano temperature molto elevate. Alla base della regola sono dunque addotte motivazioni mediche. Non è soltanto la temperatura a incidere, ma un indice denominato Wbgt (Wet Bulb Globe Temperature) che tiene conto anche di umidità, radiazioni solari e caldo percepito. L’applicazione del cooling break viene applicato a discrezione dell’arbitro ma su richiesta delle due squadre. Ieri al Provinciale di Trapani è stato concesso anche nella ripresa, in concomitanza dello stesso minutaggio della prima frazione. E’ durato un paio di minuti nel primo tempo, altrettanti nel secondo.

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