Il silenzio della curva

L’intransigenza delle istituzioni alla base della protesta. Occhio alle strumentalizzazioni

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curvasenzastriscioniIntervallo di Ascoli-Cesena. In curva Sud si ripiegano gli striscioni, la gente si mette a sedere e osserva il secondo tempo in vesti di semplici spettatori anziché tifosi. Il manipolo di dirimpettai cesenati, sistemati in curva nord, ritira le propre pezze dalla balaustra accodandosi alla protesta in segno di rispetto verso i rivali. La ripresa si disputa in un silenzio surreale.
Quello che è successo lo si apprenderà dopo la gara, attraverso il comunicato degli Ultras 1898.
Esasperati dall’eccessiva fiscalità di steward e forze dell’ordine, il gruppo portante della Sud ha voluto dare una forte dimostrazione di quello che potrebbe diventare la curva se l’intransigenza dovesse protrarsi nel tempo. Spoglia e apatica.
E se alla base della protesta le motivazioni sono legittime (per esempio le quattro ore trascorse in Questura per farsi autorizzare l’ingresso dei 295 palloncini bianchi contro la Spal, in memoria delle vittime del terremoto), il nodo del malcontento potrebbe risiedere nell’ultimo capoverso del comunicato. Ossia nella sensazione che la società ritenga scomoda la frangia ultras, spesso additata come responsabile delle ammende del giudice sportivo e a volte considerata troppo intransigente.
Affinché la gestione della situazione sia trasparente, gli Ultras organizzeranno un incontro aperto a tutti.
Dovranno essere bravi a dialogare con la gente e con la società, perché avere una curva bella e colorata per Ascoli è da sempre motivo di vanto. Ma attenzione alle strumentalizzazioni, perché esiste anche il rischio di chiudersi in un vicolo cieco.
Di seguito il testo integrale del comunicato.

SIAMO ARRIVATI AL LIMITE!
A fine primo tempo abbiamo deciso di piegare gli striscioni ed abbandonare la nostra curva per una serie di situazioni che si protraggono da tempo e non ci permettono più di vivere lo stadio e sostenere la squadra come piacerebbe a noi.
Mentre ci viene permesso di entrare in una curva palesemente inagibile, passando proprio nella zona a rischio crolli, si continua da mesi a mantenere la massima fiscalità ed intransigenza su questioni irrilevanti come:

– ingresso dei palloncini per le vittime del terremoto
– impossibilità di fare entrare megafoni e tamburi nonostante non abbiamo mai arrecato problemi di sorta
– ingresso vietato a chi dimentica il segnaposto pur se provvisto di tessera ed abbonamento
– lunghissime ed avvilenti trafile burocratiche sul materiale usato e assurde certificazioni per coreografie e simili.
A questa situazione ha contribuito anche una società che, da quando è subentrata, continua ostinata a criminalizzare gli ultras sulla stampa, attraverso continue e costanti interviste e dichiarazioni.
Valuteremo nei prossimi giorni eventuali iniziative in merito e le comunicheremo alla tifoseria.
LA CURVA SUD COSTANTINO ROZZI È LA NOSTRA CASA!

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