Dal sogno all’incubo

Piazza scossa dai risultati e ferita dalle dichiarazioni del patron. La strada per un disastro annunciato

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Errori talmente clamorosi al Tardini da far venire il dubbio che non siano stati casuali. Una serie di orrori di concetto, prima ancora che tecnici. Al punto da far temere un ammutinamento sommesso. Aggiungiamoci il pesante screzio avvenuto alla vigilia tra Enzo Maresca e Perez. Uno spogliatoio che si sta sgretolando, volutamente costruito senza leader carismatici. Deliberatamente isolato dal contatto con i soci, rinchiuso in una sorta di bunker. Con una squadra che ogni settimana perde per infortunio pezzi importanti, per problemi muscolari ma anche traumatici.
A dispetto della criticità della situazione, il tempo sta dalla nostra parte. Ma occorre intervenire prima che sia troppo tardi. Invece tutto resta com’è, per una piazza sull’orlo di una crisi di nervi. E tremendamente ferita dalle dichiarazioni rilasciate in vivavoce dal patron nell’immediato dopo partita di Parma. “Io penso che è peggio per Ascoli come città, a me personalmente non è che mi fa grande cosa”, ha detto Bellini riferendosi alla retrocessione. Una frase infelice, magari partorita dalla difficoltà a esprimersi in italiano corretto, ma che è distante anni luce da quel “sogniamo insieme” che accese una piazza Arringo gremita e festante.
Nonostante i recenti abbagli dei direttori di gara, l’alibi arbitrale non regge una classifica impietosa. Con episodi negativi che a Carpi e Parma si sono verificati a risultato già compromesso.
Il primo tempo di Bari era stato praticamente perfetto. Ma è bastato perdere un paio di elementi cardine perché l’Ascoli si afflosciasse all’improvviso. Di quella squadra coriacea ammirata per 37′ al San Nicola non sembra essere rimasto nulla.
La strada per un disastro annunciato è tracciata. Eppure nella stanza dei bottoni nessuno sembra volersene accorgere. Continuando a ballare sul Titanic mentre la nave sta affondando.

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