Calcio truccato, arresti anche a Catania

Dopo Catanzaro, interviene un’altra Procura. Caos serie B in attesa dei processi sportivi

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Stadio-Pietro-Barbetti-di-Gubbio“Il rischio di invalidare il campionato non esiste. Per definizione la responsabilita’ è individuale, quindi risponde chi paga”. Sono le parole rilasciate a caldo dal presidente della Lega di B Andrea Abodi ai microfoni di SkyTg24, dopo essere venuto a conoscenza dell’inchiesta della Dia di Catania che ha portato all’arresto in mattinata di sette uomini di calcio tra cui il presidente del Catania Calcio Pulvirenti e dei dirigenti Cosentino e Delli Carri. Un’altra bomba dopo quella di Savona-Teramo, ad opera di un’altra Procura. “Dirty Soccer” è il nome dell’inchiesta di Catanzaro, “i treni del gol” quella di Catania. Secondo gli investigatori il Catania avrebbe manipolato il risultato di cinque partite (una sesta è sotto indagine) per garantire la salvezza al club etneo. L’estate del calcio si presenta sempre più caotica, e a questo punto pare certo che i campionati non potranno partire prima che si siano conclusi i processi sportivi.

Ieri nel frattempo l’ultima asta per l’assegnazione del titolo sportivo del fallito Parma è andata deserta. Dunque si apre la corsa al ripescaggio ma sarà il Consiglio Federale a determinarne i criteri. Dovessero essere confermate le regole dell’anno passato (50% classifica, 25% risultati sportivi città, 25% media spettatori ultime 5 stagioni) la favorita – secondo La Gazzetta dello Sport – sarebbe il Brescia. L’Ascoli non ha diritto al ripescaggio in quanto il nuovo club Ascoli Picchio – seppur subentrato all’Ascoli Calcio a febbraio 2014 – non ha la necessaria anzianità.

Ma le probabilità che l’Ascoli possa partecipare al campionato di serie B 2015/2016 sono comunque alte. E’ infatti molto critica la situazione del Teramo, accusato dalla Procura di Catanzaro di aver manipolato la partita di Savona, penultima di campionato. Le intercettazioni telefoniche – a differenza di Catania, dove ne sono state mostrate alcune in conferenza stampa – sono ancora secretate, e dunque non c’è modo di sapere con certezza la pesantezza delle accuse. Ma le parole pronunciate dal dottor Antonio Vincenzo Lombardo davanti alle telecamere (“Ci sono diverse partite oggette di scrutinio, una è stata Savona-Teramo, vinta dal Teramo con il risultato che è quello che risulta dalla combine per il prezzo di 30mila euro”, (…) “Di Nicola, che è il tramite perché ha ricevuto l’incarico dal presidente del Teramo, trova un’altra via che è un dirigente del Savona, e questa cosa funziona poi”) lasciano credere che gli inquirenti abbiano trovato riscontri inconfutabili.
La strategia del silenzio attuata – su consiglio dei rispettivi avvocati – dal ds Di Giuseppe e dal presidente Campitelli di fronte al pm può ottenere dei risultati in campo penale, ma di certo non sarà sufficiente nell’ottica del processo sportivo. Gli uomini dell’ufficio inchieste della Figc, guidati da Stefano Palazzi, hanno già ottenuto parte del materiale dalla Procura di Catanzaro e nel giro di qualche giorno fisseranno anche gli interrogatori dei due dirigenti del Teramo, prima di procedere agli eventuali deferimenti.
Il diritto sportivo – contrariamente a quello penale – si basa sulla presunzione di colpevolezza, partendo dalla ricostruzione della Procura. Se venisse provata la responsabilità diretta, ossia il coinvolgimento di un rappresentante legale (Campitelli), il Teramo sarebbe retrocesso all’ultimo posto, come previsto dal codice di giustizia sportiva. Di conseguenza, ne scaturirebbe la riscrittura della classifica con la seconda in campionato (Ascoli) che diventerebbe automaticamente prima.
Per monitorare la situazione, l’Ascoli si è premunito assumendo l’avvocato Mattia Grassani, uno dei massimi esperti a livello di diritto sportivo.
Il Teramo sarà invece difeso dal legale Eduardo Chiacchio, che ieri in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Centro ha comunque ammesso di non aver ancora avuto la possibilità di visionare le carte processuali.
Sarà un’estate lunghissima ed estremamente calda. Come, purtroppo, le ultime a cui il calcio italiano ci ha ormai abituato.

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