Cacia, c’eravamo tanto amati

Escluso dal progetto. La scelta tecnica ci può stare, dispiace per il modo

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Quando due personalità molto forti si incrociano sulla stessa strada, il rischio di collisione è alto. In un mondo predominato dall’ipocrisia, è raro incontrare gente che parla dicendo quello che pensa realmente. Più spontaneo uno, più lungimirante l’altro.
Dispiace finisca così. Con le dure parole del patron Francesco Bellini indirizzate a Daniele Cacia, a margine della conferenza stampa di presentazione di Valori. “Deve mettersi in testa che non ci sarà più posto per lui. Come fu qualche anno fa per Antonini”.
La scelta tecnica ci può anche stare, specie alla luce di uno stipendio oneroso se raffrontato al budget. Ma è il modo a lasciare perplessi. Ventinove gol in sessantasette gettoni di presenza rappresentano un ottimo contributo alle due salvezze consecutive. Nel primo anno si è caricato la squadra sulle spalle con un girone di ritorno fantascientifico, la stagione passata il suo rendimento è stato pesantemente condizionato dall’infortunio alla caviglia che lo ha prima tenuto fermo ai box e poi costretto a giocare in condizioni fisiche precarie. Nonostante ciò, il suo apporto è stato decisivo, vedesi le prestazioni di Cittadella e con l’Avellino, oltre alla sua leadership nello spogliatoio. Le parti sono distanti, dal punto di vista economico (il bomber vorrebbe il rinnovo a cifre simili, la società non ne vuole sapere) e da quello progettuale, dove si punta in prevalenza su profili giovani e promettenti.
A irrigidire il patron sono state probabilmente le dichiarazioni post-Bari, in cui Cacia rispose a domanda diretta di un giornalista dicendo che al ritorno di Bellini dal Canada avrebbero fatto i conti. Viene naturale pensare che il dissenso derivi più da motivazioni personali che tecniche. Ma Daniele non ci sta, e in un passaggio dell’intervista di Nicola Binda pubblicata oggi sulla Gazzetta dello Sport replica: “Accetto le scelte tecniche, non mi piace se passa un messaggio diverso: dopo 18 anni non permetto a nessuno di mettere in dubbio la mia moralità e professionalità. Se c’è altro me lo vengano a dire”.
Un carattere difficile da domare, basti pensare che Daniele non ha più un procuratore e si gestisce da solo. Le strade inevitabilmente si separeranno, ma dispiace per questo tipo di finale. Per un giocatore di classe e temperamento che abbiamo avuto la fortuna di ammirare dal vivo per due anni. E del quale la tifoseria, dopo un timido approccio, si era perdutamente innamorata.

3 Commenti

  1. PCelito 7 luglio 2017 at 18:24

    Complimenti STEFANO,
    le tue analisi sono sempre molto lucide ed equilibrate e fanno osservare le cose da un punto di vista sempre diverso da quello comune.
    Vi seguo quasi dall’inizio e anche se non vi ho mai scritto (però ora è arrivato il momento di farlo !), considero la vostra testata web sull’Ascoli Calcio veramente ottima.
    Complimenti veramente e continuate così !

  2. Gian Paolo 7 luglio 2017 at 20:28

    Bellini si ci ha fatto un grandissimo regalo, in Canada ha costruito un impero con i medicinali è tornato nella sua Ascoli, la salvata da un certo fallimento ma ha fatto tantissssssssssimi errori a cominciare da Petrone con un contratto di tre anni. In poche parole. dopo l’esonero gli ha passato un grosso stipendio in Sardegna poi non ha voluto rimuovere il contratto di Cacia, Bellini, i soldi non sono tutto. TANTO BENE E TANTO MALE

  3. SILVIA STRAFFI 9 agosto 2017 at 15:14

    Caro Daniele Cacia ovunque tu vada ti porterò sempre nel mio cuore come una grande persona in primis e un bomber strepitoso. Ti auguro buona fortuna e spero che ti ricorderai dei tifosi del Picchio che ti hanno adorato.

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