Ascoli, serve anche la spada

Stagione difficile ma non ancora compromessa. Vietato guardare la classifica

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Foto Ascoli Picchio 1898 fc – La Presse

Chi avesse visto giocare l’Ascoli per la prima volta nel primo tempo di ieri a Palermo, sicuramente si sarà interrogato su come sia possibile che occupi la penultima posizione in graduatoria. Una squadra solida, mai passiva, capace di sprazzi di gioco frizzante, come nella spettacolare azione finalizzata dal gol di Bianchi. Una compagine rigenerata dalla vittoria col Cesena e che, contrariamente alle aspettative, si era recata al Barbera per infilarsi nella crisi aperta dei rosanero in modo da amplificarne i difetti e trarne punti preziosi per la propria mesta classifica. Con un primo tempo ai limiti della perfezione.
Ma come in un film visto e rivisto, l’Ascoli nella ripresa sciupa quanto di buono fatto nella prima frazione. Rientrati deconcentrati dagli spogliatoi, sono stati sufficienti due minuti scarsi a rivitalizzare il Palermo. Uno-due micidiale che con un pizzico di attenzione si sarebbe evitato, con gli altri sempre più lesti sulle palle vaganti. Anche lo slalom gigante di Coronado per il 2-1 nasce da un rimpallo vinto fortuitamente in mezzo a due avversari. E il sigillo del 3-1 da un corner battuto basso e passato in mezzo a una selva di gambe, con Rispoli lasciato libero persino di stoppare prima di scaricare in porta. Errori di deconcentrazione che dimostrano la fragilità di una squadra concepita male, nata dal peccato originale dell’assenza di leader in grado di prendere in mano la situazione nei momenti di difficoltà. Errori figli della presunzione di essere più bravi degli altri, preferendo inseguire un’idea utopica di calcio.
E correggere in corsa quell’impostazione è assai difficile, dopo l’illusione delle prime quattro partite di gestione Cosmi il rendimento si è appiattito pericolosamente. Nonostante una campagna di riparazione gestita in sintonia con la società.
Archiviato il terribile ciclo di ferro (Empoli, Frosinone, Palermo) da cui l’Ascoli è uscito a mani vuote, adesso il calendario propone avversari alla portata. Bisognerà essere lucidi ma saper alternare spada e fioretto. Serve soprattutto la grinta per tirarsi fuori dai guai. Lavorando sull’autostima, perché la sofferenza atroce patita sui palloni lanciati a casaccio dal Cesena verso la nostra area negli ultimi dieci minuti di sabato scorso è lo specchio di quanto sia labile dal punto di vista psicologico la nostra squadra. Resettare tutto e guardare avanti. Perché la cosa più sbagliata oggi è leggere la classifica.

1 Commento

  1. Danilo 28 febbraio 2018 at 12:47

    L’ultima che hai detto “LA GRINTA” dove si compra all’IKEA ?!?!?!?!
    Ma X favore smettetela co tutti sti piagnistei e siate realisti , mediocrità , pianificazione tardiva , programmazione sbagliata , parco giocatori “che parolona” scarso ed inadeguato , gestione situazioni in generale , zero , zero , zero ….
    Con i migliori Auguri!!!!

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