Ascoli, punto fermo del calcio italiano

Oggi Orsolini, ieri tanti altri hanno mosso nel Piceno i loro primi passi da giocatori

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screenshot_20170107-101751Dal parrucchiere, al bar, in cartoleria, a calcetto. Cambia lo sfondo ma, dovunque tu vada, ti segue il tormentone del momento. Apri la Gazzetta e si parla di lui, idem se col telecomando cambi canale. Tutti pazzi per Riccardo Orsolini. L’eco è talmente vasto da essere rimbalzato persino su siti esteri. E anche Panorama gli dedica un approfondito servizio.

Riccardo ha riportato l’Ascoli alla ribalta nazionale, conquistando le prime pagine dei quotidiani come non succedeva dai tempi di Costantino Rozzi. Da consumato ds, Cristiano Giaretta ha chiamato il nome di Orsolini alla stregua di un battitore d’asta di fantacalcio. E i pretendenti si stanno scannando a suon di rilanci. Come un assicuratore che ti abbassa la polizza auto dopo aver ricevuto la disdetta, il club campione d’Italia ha dovuto ritoccare (al rialzo) l’offerta formulata un paio di giorni fa. Forte di una società solida, l’Ascoli punta a consolidarsi nel calcio italiano sul modello di Atalanta, Udinese, Sassuolo. Il timore era che Orsolini fosse arrivato troppo presto per una società ancora giovane e inesperta, catapultata in un mondo di iene e squali. Ma gli ultimi accadimenti inducono all’ottimismo. Il prezzo lo farà l’Ascoli, senza farselo imporre da una sorta di sudditanza psicologica.

Oggi Orsolini, ieri tanti altri. Ma se ancora brucia lo “scippo” di Mattia Destro avvenuto nel settore giovanile, ci sono altri giocatori importanti che si ricordano con gratitudine del Picchio. Dove hanno mosso i loro primi passi da calciatori. Non fosse stata per la perseveranza di Rozzi, Oliver Bierhoff non sarebbe diventato campione d’Italia e d’Europa. Tornando a tempi più recenti, i primi gol di Quagliarella in serie A furono realizzati sotto la gestione di Giampaolo. Oppure l’esplosione di Simone Zaza in bianconero lo lanciò verso una luminosa carriera, attualmente impantanatasi al West Ham ma pronta a ricominciare a breve. Così come Petagna, oggi titolare nell’Atalanta di Gasperini che sta strabiliando in serie A, e che in una recente intervista alla Gazzetta non si è dimenticato di ringraziare l’Ascoli, unica società a credere in lui quando era in procinto di smettere col calcio giocato.

Qualche giorno fa Andrea Barzagli, faro della nazionale italiana, per uno speciale andato in onda su Jtv si è sottoposto a una divertente intervista di Federico Buffa. Ebbene, nato come centrocampista tra i dilettanti toscani, ha ricordato che la felice intuizione di posizionarlo come difensore centrale fu del mister Bepi Pillon. Ai tempi dell’Ascoli e dei Diabolici. Un suggerimento che all’inizio accolse con un certo scetticismo ma che poi si rivelò la chiave della sua carriera. Un altro segnale che Ascoli rappresenta da sempre un punto fermo nel panorama calcistico italiano.

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