Ascoli Picchio, crescita graduale

Diventare grandi, ma senza fretta. Anche grazie alla sagacia di Cardinaletti

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Foto Ascoli Picchio 1898 fc - Celluloide officina dell'immagine

Foto Ascoli Picchio 1898 fc – Celluloide officina dell’immagine

E’ un Cardinaletti in grande spolvero quello che oggi si è presentato in conferenza stampa per fare il punto della situazione. “Io non lavoro per me, lavoro per l’Ascoli Picchio e per quello che l’Ascoli Picchio dovrà fare per i prossimi dieci anni”. E’ il concetto chiave che ha tenuto a ribadire, lasciando intendere che il suo operato sta gettando le basi per il futuro. Il suo obiettivo primario è infatti quello di plasmare una struttura che possa proseguire la sua opera anche oltre i termini del suo mandato. L’ambizione di Bellini e dei suoi soci, fin dal loro insediamento, è quella di creare un club con solide fondamenta. E la cosa va ottenuta in modo graduale e costante, anche se a volte alcune scelte – in un mondo in cui spesso si vuole tutto e subito – possono creare qualche malumore.

Presentato il 16 marzo 2016 come amministratore in pectore, subentrato durante il turbolento finale di stagione, ad Andrea Cardinaletti è servito tempo per capire l’ambiente e i suoi meccanismi. A salvezza ottenuta, dopo intense settimane di negoziazioni e confronti, il suo ruolo veniva ridisegnato. Con la nomina ad amministratore unico, le sue responsabilità crescevano. E il suo operato veniva comunque assoggettato ad alcuni vincoli da rispettare e obiettivi da perseguire.

Inizialmente la sua strategia aveva generato freddezza nei soci ascolani e in parte della tifoseria. Ma da uomo intelligente e sagace amministratore, Cardinaletti ha successivamente compreso le esigenze della piazza e le sue particolarità. Percependo che forse la strada intrapresa nascondeva delle insidie, sapeva cambiare direzione. Riallacciando il dialogo con la tifoseria dopo un iniziale tentativo di isolamento. E gestendo in modo esemplare la questione Del Duca in piena emergenza terremoto. Ricucendo con diplomazia i rapporti col Comune e rimettendosi a tavolino con l’intento di discutere la nuova convenzione per l’utilizzo pluriennale dello stadio. Sistemando l’ormai annosa questione del centro sportivo, che a breve finalmente vedrà la luce quanto meno sul versante prima squadra. E anche gli ultimi confortanti risultati del campo contribuiscono a rasserenare l’ambiente dopo alcuni momenti di evidente difficoltà. Segno che anche il progetto tecnico sta crescendo insieme alla società.

E dopo il timido scetticismo iniziale, tutti si stanno rendendo conto del lavoro di Cardinaletti e di cui si iniziano a raccogliere i frutti. Soddisfatto il patron Bellini per aver delegato la gestione a una persona competente, potendo diradare i propri faticosi viaggi transoceanici. Ma sta salendo anche il gradimento da parte dei soci ascolani, come dimostra anche il velato apprezzamento di Battista Faraotti nell’intervista rilasciata al portale PicenoTime (“Tanto è stato fatto per ristrutturare i quadri dirigenziali”). E il ritorno di Giuliano Tosti in trasferta (presente al Vigorito di Benevento in compagnia di Ciccoianni) e alla cena degli sponsor rappresenta un segnale distensivo. Per avere una squadra forte occorre partire dalla società. E l’Ascoli Picchio, dopo comprensibili errori di gioventù, sta piano piano diventando grande.

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