Ascoli, lavori in corso

Ingeneroso pretendere tutto e subito. La squadra è stata assemblata in corsa, la società è seria e solida. Serve pazienza per un futuro da sogno

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loadingA tutti piace vincere. Ma bisogna anche creare i presupposti per farlo. L’anno conosciuto come quello dei “Diabolici” apre la porta a ricordi meravigliosi e indelebili. Ma quella fantastica cavalcata fu preparata da un fattore fondamentale nel mondo del calcio: l’unità di intenti. Società, squadra, tifoseria e stampa remavano tutti nella stessa direzione. Ostinatamente.
Ciò fu permesso dall’enorme fame accumulata dall’ambiente dopo anni di tremenda carestia. Il desiderio fu così grande da trasformare una buona squadra in una sorta di cannibali che divoravano ogni ostacolo incontrassero sul proprio cammino.

Ora l’ambiente piceno, rinvigorito da una società che più di mezza Italia ci invidia, sembra averlo dimenticato. Il palato fine, irrimediabilmente ancorato al passato, rischia di vanificare tutto. Una frangia della tifoseria pretende tutto e subito. Soltanto perché ha visto giocare Maradona e Van Basten. Ma ciò non può essere sufficiente. Anzi, i recenti torti arbitrali dimostrano che tutto quello che vogliamo dobbiamo sudarcelo. Come è sempre stato e sempre sarà. Per sognare insieme, come auspicato dalla first lady Marisa, urge ritrovare la cattiveria agonistica. Inutile cullarsi sugli allori dei bei tempi che furono. Il passato resta lì e nessuno lo toccherà mai, giusto andarne fieri. Ma è il futuro che possiamo cambiare. Che dobbiamo cambiare.

Dobbiamo abituarci a questa nuova concezione di fare calcio di tipo anglosassone, in cui se credi in un uomo e in un progetto tecnico lo dimostri prolungandogli il contratto, accettando l’idea che qualcuno possa anche storcere la bocca. Se vuoi realizzare una grande costruzione, occorrono solide fondamenta. E quelle stiamo gettando. Fu tale perseveranza che portò il Manchester United ad insistere su Sir Ferguson, nonostante i primi risultanti non fossero all’altezza delle aspettative. La società, e non solo il presidente Bellini, crede fermamente in un progetto e fa bene a proseguire sulla propria strada. La sua realizzazione dipende anche da noi. Che nel nostro piccolo possiamo fare tanto.

La serie B è lunga, difficile e massacrante. Un campionato estenuante e caratterizzato da alti e bassi. Ormai dovremmo saperlo, eppure alcuni hanno la memoria corta. Forse non hanno sofferto abbastanza negli ultimi anni. La critica costruttiva è un bene, serve sempre per pungolare tutti e restare sul pezzo senza concedersi distrazioni. Ma la pretesa è cosa differente ed è assolutamente deleteria.

Pretendere il gioco spumeggiante fin da subito, ignorando che questa squadra è stata assemblata dal 31 agosto al 20 settembre, è da folli. La passione per il calcio è ai limiti della razionalità, dunque va accettata anche una sana dose di follia. Purché sia bilanciata da un pizzico di razionalità. Sfogliando le rose degli avversari, l’Ascoli può vantare giocatori che rappresentano un lusso per la categoria. Ma va concesso il tempo di lavorarci sopra. Non si può dimenticare che abbiamo due mesi di ritardo rispetto alle nostre antagoniste e che siamo in pieno rodaggio. Alcuni giocatori rappresentativi sono ancora indietro, eppure dobbiamo avere la pazienza di sopportarli e supportarli finché ritroveranno la condizione migliore per diventare punti fermi. E’ come quando realizzi la terza corsia dell’autostrada: non puoi chiudere il traffico ma devi sopportare dei disagi alla circolazione per poi raccoglierne i risultati alla fine dei lavori.

Questo non è fantacalcio amici, dobbiamo avere pazienza. Anche perché in queste prime partite, nonostante l’handicap oggettivo della nostra ritardata partenza, ce la stiamo giocando con tutti. E forse abbiamo persino raccolto meno di quanto meritassimo. Durante il primo tempo contro il Cesena, una delle più serie candidate alla promozione, abbiamo espresso anche sprazzi di bel calcio. A Latina hai giocato la ripresa in una sola metà campo. E non va dimenticato che abbiamo disputato ben cinque partite in due settimane, dunque con ridotti tempi di recupero e pochi allenamenti per lavorare insieme durante la settimana.
La pazienza è la virtù dei forti. E il campionato ancora non ci mette fretta. Seminiamo oggi e domani ne raccoglieremo i frutti. Ancora non è il vero Ascoli, ma manca poco per vederlo. Massima fiducia ed estremo sostegno.

3 Commenti

  1. mariano 28 settembre 2015 at 13:16

    Bell’articolo…..complimenti !
    Condivido appieno che questa nostra squadra necessita dei tempi che le altre di B hanno già avuto.
    Per ora accontentiamoci e continuiamo a seguirla : per esempio andando a Como sabato 03 ott p.v. !
    A questo proposito vi comunico che mercoledì 30 si conoscerà se lo stadio Senigallia è utilizzabile o dovremo andare a Novara per incontrare il Como.
    Forza Pichhio … augurandoci anche un po’ di fortuna !

  2. Alessandro 28 settembre 2015 at 18:26

    Bell’articolo Stefano, molti pensano di giocare a fifa16 o a fantacalcio…. altri se la prendono, a prescindere, col mister perché, dicono, antipatico. I tifosi dovrebbero fare i tifosi e capire che è necessario concedere tempo alla squadra. La società, questa società, non è più la vecchia, quella di cui siamo riusciti a liberarci con tanto impegno. Questa società sa cosa fare e soprattutto sa quando e come farlo. Non bisogna essere impazienti, petroniani o antipetroniani. Bisogna soltanto essere tifosi e incitare a squarciagola i ragazzi, mister compreso, per tutta la durata della gara.

  3. San Marco 13 novembre 2015 at 17:23

    Bravissimo Stefano,uniti si vince..

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