Ascoli Calcio, la storia che si tramanda

Riviviamo la giornata di sabato attraverso il racconto di Massimiliano Feriozzi

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“Ieri, oggi e sempre Ascoli Calcio”. Sabato 8 giugno 2019 rimarrà una giornata impressa nella memoria di tutti i presenti. Realizzata da una macchina organizzativa perfetta, capace di superare ostacoli e imprevisti. Vi proponiamo il post scritto da Massimiliano Feriozzi sul gruppo facebook “Tifi l’Ascoli se…”, co-amministratore dello stesso e anche impegnato a supporto dell’organizzazione dell’evento, in particolar modo nel torneo dei bambini che ha preceduto la partita delle vecchie glorie. Prendetevi qualche minuto per leggerlo, ne vale la pena.

 

Ovunque ti giravi respiravi la storia, la grande storia bianconera.
Talmente tante le emozioni vissute, che risulta davvero difficile incastonarle in un racconto; no un racconto non basterebbe, servirebbe almeno un libro, uno di quei tomi da 500 e più pagine.
Mentre 150 bimbi scorrazzavano felici sul prato del Cino e Lillo Del Duca, coronando un sogno che tanti di noi avevamo sin da piccoli e non tutti sono riusciti ad esaudire, iniziavano ad arrivare le glorie bianconere: non vecchie, perché nella mente dei tifosi non invecchieranno mai, semmai eterne!
E così lo sguardo poteva incontrare immagini incredibili, impensabili, che fino a ieri potevi realizzare solo accostando due figurine di epoche diverse. Un’accoppiata Anzivino-Soncin, Nicolini-Bellusci, Eddy Baggio-Pasinato, Benny Carbone-Moro, epoche diverse di eroi che hanno onorato la nostra maglia.
Inizia così la meravigliosa passerella, ognuno di loro si gode la meritata ovazione, la giusta riconoscenza di un popolo che non ha dimenticato chi ha sudato per quella maglia.
Anche sugli spalti si mescolano le generazioni, dai più anziani ai più piccini, ognuno col suo personale bagaglio di ricordi; meravigliosi i papà con i loro figli, i figli adulti che hanno approfittato dell’occasione per riportare allo stadio i genitori ormai anziani, quelli che hanno visto la Del Duca giocare allo Squarcia, quelli che ricordano le formazioni ed i calciatori degli anni 60 e 70.
Accade così che per la “legge delle generazioni”, un diabolico venga acclamato più di un rappresentate dell’Ascoli dei record; e non dico questo per polemica, sia chiaro, perché è la cosa più naturale di questo mondo che ogni età abbia la propria memoria. È normale che chi ha qualche anno in più e qualche capello bianco, abbia avuto un colpo al cuore nel vedere Eugenio Perico correre verso il centro del campo, dopo tutte le vicissitudini trascorse e ricordando le oltre 200 presenze in maglia bianconera di questo “ragazzo”.
Mentre la sfilata dei calciatori continuava, ho visto accanto al bar Moro Pasinato Quadri e Sensibile, e mi sono sentito in dovere di andare lì e dirgli “voi avete fatto la storia, voi avete fatto sognare una città”. Moro mi dice “noi siamo arrivati quarti in serie A”, ed io gli rispondo “nessuno lo ha dimenticato, come quei maledetti rigori di Roma-Torino”. E dico a quei “ragazzi” quello che tanti ascolani mi hanno riferito, ovvero che nell’anno dei record 1977/78, a trequarti di campionato con l’Ascoli che aveva inesorabilmente staccato tutte le inseguitrici, gli ascolani che andavano allo stadio quasi speravano che ad inizio partita segnasse la squadra avversaria, perché altrimenti avrebbero assistito al solito monologo e goleada bianconera che non divertiva più! Pensate che corazzata era quella squadra.
La cosa che più rende felici, è proprio il pensiero che la maggior parte dei ragazzi organizzatori dell’evento è giovane, non ha conosciuto Costantino Rozzi ed i suoi eroi, ma li ha riportati “in Ascoli” perché la storia è a beneficio di tutti.
Mi sfila accanto Riccardo Orsolini, sorridente e disponibile a tutte le richieste dei tifosi; e qui qualche parola va spesa. Venerdì sera, ormai tutto è organizzato e Riccardo non ci sarà all’evento perché impegnato con la Nazionale Under 21. Mi squilla il telefono, è Orsolini senior al quale mi lega un’amicizia di spogliatoio di chi ancora non vuole appendere le scarpette al chiodo. Mi dice che Riccardo ha un giorno libero e vuole esserci, avrebbe piacere a tornare ad Ascoli e participare alla festa. Poteva tranquillamente stare a riposo invece non vuole perdersi l’evento, il richiamo del suo popolo, della sua terra è più forte. Questi gesti ti fanno riflettere e capire quanto sia grande il patrimonio che questa squadra abbia saputo creare, perché la frase che tutti i 70 e più calciatori presenti hanno pronunciato è stata la stessa: “Ascoli ti resta nel cuore!”
Il merito di aver creato questo incommensurabile patrimonio è di un uomo che fisicamente non c’è più, ma che è presente ogni qualvolta giochi l’Ascoli, o si parli dell’Ascoli: Costantino Rozzi. È stata la sua festa, perché tra i mille meriti che ha, forse il più grande è stato quello di unire sotto la stessa bandiera (bianconera) un popolo intero, il popolo piceno che oltrepassa i confini ascolani per estendersi sulla costa, nell’entroterra fermano, nelle zone maceratesi, sconfina in Abruzzo e anche oltre. Lo disse lui, proprio il 9 giugno del 1974, oggi ricorre il 45′ anniversario, della conquista della serie A: “aver portato le Marche per la prima volta in serie A, forse è la cosa più importante che io abbia fatto nella vita”. Lui era presente in tribuna, era in mezzo ai giocatori, ad abbracciare ogni suo tifoso e ogni suo calciatore, perché tutto ciò che riguarda l’Ascoli gli appartiene.
Potrei scrivere e raccontare ancora tante emozioni ma la chiudo qui, ognuno di voi le ha vissute e le porta nel cuore. Devo trovare però un finale, ce ne sarebbero stati molti ma ne scelgo uno. Dietro alla giornata di ieri c’è stato un lavoro partito mesi fa, un’organizzazione complessa che ha dovuto risolvere mille e più problemi, fino all’ultimo momento. Permessi, burocrazia, cavilli, ieri mattina sembrava che non venisse aperta la tribuna, solo per dirne una. La fonica, l’illuminazione, gli stand, e poi la coreografia, gli alloggi dei partecipanti, rinfreschi per piccoli e grandi, maglie da gioco, pass, e chi più ne ha più ne metta. La cosa era talmente grande che i ragazzi più di una volta avranno pensato “filerà tutto liscio?”, “ci sarà qualche intoppo che rovinerà la festa?”.
Ecco allora l’immagine finale.
La “signora Tanja”, come un calciatore l’ha simpaticamente apostrofata, ha chiamato tutti i calciatori per la passerella in campo, è andato via l’ultimo, ora manca solo la partita ma il più è fatto, la tribuna ruggisce, i calciatori sono tutti al centro del campo, È FATTA!
Tanja è in ginocchio, la lista è completata, tutto ha funzionato. Sono lì vicino, per caso, e la guardo. Piange, le scendono delle lacrime che racchiudono tutto l’immenso lavoro svolto, perché quando finisce la tensione la mente si rilassa e si sfoga. E me lo dice, “Feriozzi posso piangere?”.
Certo che puoi, grazie a voi ragazzi per la meravigliosa giornata che ci avete regalato, che ha reso ogni ascolano fiero di appartenere a questo straordinario popolo.
Quelle lacrime che tanti tra noi non sono riusciti a trattenere ieri, anche quelle lacrime le consegniamo alla storia.
Mille di questi giorni fratelli ascolani, l’Ascoli, il nostro Ascoli non morirà mai, verrà tramandato preziosamente da padre in figlio, da nonno a nipote, nei secoli dei secoli!

IERI OGGI E SEMPRE ASCOLI CALCIO

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