Penalizzazioni, forse è davvero l’ultima

ASCOLI PICENO – Ieri dalla Commissione Disciplinare è arrivata l’ennesima penalizzazione, un tributo che la precedente gestione societaria ci ha tristemente abituato a pagare. Ma con l’avvento della nuova società, le penalità in classifica sono destinate a diventare soltanto uno sbiadito ricordo. Questi tre punti sono forse l’ultimo fardello, in termine di irregolarità amministrative, ereditato…

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imagesASCOLI PICENO – Ieri dalla Commissione Disciplinare è arrivata l’ennesima penalizzazione, un tributo che la precedente gestione societaria ci ha tristemente abituato a pagare. Ma con l’avvento della nuova società, le penalità in classifica sono destinate a diventare soltanto uno sbiadito ricordo. Questi tre punti sono forse l’ultimo fardello, in termine di irregolarità amministrative, ereditato dalla gestione passata. C’è un altro inadempimento, risalente allo scorso 16 febbraio, ma si tratta di un caso unico e in cui l’Ascoli Picchio – normative alla mano – non dovrebbe pagare pegno. Vediamo perché.

Come sappiamo, il codice di giustizia sportiva prevede almeno un punto di penalizzazione in classifica – da scontare nel campionato in corso, e non nella stagione sportiva successiva – per chi lo scorso 16 febbraio non ha saldato le spettanze (stipendi e contributi) del bimestre novembre/dicembre 2013.
La situazione dell’Ascoli è particolare.
Il periodo viene infatti diviso in due parti: la data spartiacque è il 17 dicembre 2013, in cui l’Ascoli Calcio 1898 Spa è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Ascoli Piceno.
I compensi successivi a quella data (17 – 31 dicembre) sono stati onorati dalla curatela fallimentare.
Quelli precedenti (1/11 – 16/12) non sono invece stati pagati. Né l’Ascoli Picchio avrebbe potuto farlo, in quanto per subentrare nella matricola dell’Ascoli Calcio deve attendere l’ok della Figc prima di poter effettuare i relativi adempimenti, tra cui il pagamento del cosiddetto debito sportivo.
Leggendo anche il comunicato numero 69 della Disciplinare, diffuso ieri, la sensazione viene confermata dalle attenuanti concesse a Costantino Nicoletti, inibito per due mesi anziché cinque, come richiesto dalla Procura Federale.
Si cita inoltre una comunicazione datata 14/2/14 in cui la Co.Vi.So.C. avrebbe segnalato alla Procura Federale che in data antecedente al fallimento “la Società sportiva era ancora in bonis”, ossia ancora in possesso di attività.
Il 16/02/2014 l’Ascoli Calcio 1898 Spa non avrebbe dunque potuto adempiere, trovandosi in stato di fallimento, né avrebbe potuto farlo l’Ascoli Picchio in sua vece, non essendo ancora in possesso del titolo sportivo.
Tutto lascia quindi supporre che la penalità comminata ieri dalla giustizia sportiva, sia veramente l’ultimo tormento.
Stefano Carlini

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