Una giornata surreale

Il rinvio di Ascoli-Cremonese deciso da Ancona e all’ultimo momento. Caos a livello nazionale

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Una giornata surreale. Il sole splende e il Del Duca è pronto per ospitare Ascoli-Cremonese, in calendario per la 25^ giornata del campionato nazionale di serie B. Le squadre arrivano allo stadio, concentrate sull’evento e ignare del fatto che ad Ancona – capoluogo di Regione – qualcuno si è riunito per decidere in merito alla disputa della partita. La notizia del contagio del Coronavirus arrivato anche a Cremona nella serata precedente ha scatenato l’allarme. Così, senza alcun preavviso né sintomo sospetto, a giocatori e staff tecnico viene comunicato che non si giocherà. Sono le 13,45. Il pullman dei tifosi ospiti viene intercettato dalla polizia in A14 all’altezza di Grottammare e rispedito a casa. Non è così per alcune macchine private, ormai giunte nel Piceno. Il rinvio viene comunicato verbalmente dal vice-questore di Ascoli Piceno, su richiesta di Ancona, e la nota ufficiale viene diffusa soltanto dopo le 17, quando il tam tam ufficioso aveva ormai concluso il suo giro. Con buona pace anche dei tifosi del circondario ormai giunti in città o comunque bloccati nel viaggio verso lo stadio. In serata la Cremonese smentirà categoricamente la voce che il proprio magazziniere avesse avuto contatti nei giorni precedenti con uno degli ammalati. Un rinvio che lascia perplessi, in particolare sulle tempistiche. Anche perché la stessa commissione che ha ritenuto a rischio la partita, non ha usato lo stesso metro di giudizio per la partecipata festa di carnevale che si è poi svolta in serata nello stesso albergo dove fino a poche ore prima aveva alloggiato la Cremonese. Paradossi all’italiana.
Un’amarezza accresciuta dal fatto che Ascoli-Cremonese sia poi risultata l’unica gara cadetta non disputata e dalla vittoria esterna del Venezia a Pisa che assottiglia notevolmente il margine sulla zona playout, ponendo il Picchio in una situazione mentale complicata. E con la necessità di trovare collocazione al recupero in un calendario già compresso e in un panorama nazionale che peggiora sempre di più. Nelle regioni Lombardia e Veneto nemmeno sabato prossimo si giocherà, per evitare assembramenti di pubblico nelle zone a più alto rischio. E non si esclude, come già paventato in serie A, che alcune delle prossime giornate si debbano giocare a porte chiuse, in modo da preservare la regolarità del campionato.

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