Un uomo solo al comando

Faraotti, Tosti e Ciccoianni verso l’addio. Fondamentale la scelta degli uomini del presidente

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Bellini01Un imprenditore serio e facoltoso attorniato da soci locali a fare da collante con il territorio. La società ideale di ogni tifoso. Basta questo fotogramma per comprendere l’amarezza che stamattina si annida nello stato d’animo di ognuno di noi. La storia ci insegna che le cordate nel mondo del calcio si sciolgono facilmente, bastano pochi granelli fuori posto per inceppare l’intero meccanismo. E Ascoli non fa eccezione. L’idillio è durato ventotto mesi.

Nella giornata di ieri Tosti e Ciccoianni si sono incontrati con Francesco Bellini, evidenziando le proprie perplessità su alcuni punti del programma del presidente. Col risultato che i moschettieri ascolani si faranno da parte per diversità di vedute con il vertice. Anche Faraotti li seguirà. Ieri sera proprio Tosti e Ciccoianni – alla festa della Pro Calcio celebrata presso i Campi Agostini – hanno confermato le loro intenzioni a un manipolo di ultras presenti. Con la sobrietà che li contraddistingue, hanno pacatamente espresso il proprio punto di vista, invitando la tifoseria a continuare a sostenere la società, indipendentemente da chi ne sarà la guida.

Stando alle indiscrezioni, oggi nessuno dei tre si presenterà alle 18 in sede per il programmato consiglio di amministrazione. Starebbero trattando con Bellini la valutazione delle proprie quote. L’Ascoli perde così in un colpo solo tre bravi imprenditori, tre ottime persone, tre grandi tifosi.

Di Francesco Bellini dicono che quando persegue un obiettivo non si ferma fino al suo raggiungimento. Nonostante dall’esterno possa sembrare un freddo imprenditore, non ancora innamoratosi perdutamente dei colori bianco e nero, questo suo rilancio testimonia la sua convinta volontà di andare dritto verso la meta. Decidere di proseguire da solo ne accresce le responsabilità. Vuole conquistare il calcio italiano attraverso un approccio anglosassone, unendo due mondi apparentemente così distanti tra loro. Un progetto ambizioso ma al tempo stesso molto rischioso. Anche perché – stante la sua residenza in Canada – sarà decisiva la scelta degli uomini a cui demanderà la gestione, senza più il prezioso filtro col territorio. Chiavi in mano.

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