Società, Cda a nove membri

Nomina di commissioni ad hoc. Vediamo cosa cambierà dal punto di vista pratico

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Dalle parole pronunciate da Francesco Bellini nella conferenza stampa di giovedì scorso si è appreso che l’organigramma societario dell’Ascoli Picchio tornerà alle origini: non più un amministratore unico ma di nuovo il Consiglio di Amministrazione. Andiamo a vedere, in modo semplice, che cosa comporterà questa modifica da un punto di vista pratico.
Nel perseguimento dell’oggetto sociale, la società sarà amministrata da un organo collegiale, ossia il consiglio di amministrazione.
Verrà allargato a nove membri, di cui soltanto quattro sono soci. Francesco Bellini – tramite la sua FBP srl – detiene il 78,65% delle azioni e probabilmente tornerà a ricoprire la carica di presidente, Battista Faraotti l’11,24%, Giuliano Tosti il 7,87% e Gianluca Ciccoianni il 2,25%. Gli altri sono Maria Cristina Celani, Marisa Nardini, Andrea Cardinaletti, Guido Valori e Angelo Galeati.
Come spiegato da Bellini, seguendo il modello nord americano e un’ipotesi comunque già prevista dallo statuto, il Cda delegherà parte delle proprie attribuzioni ad alcuni componenti, determinandone i poteri. Verranno cioé costituite commissioni ad hoc per aree di finanza, mercato e marketing.
Per esempio si nominerà un gruppo di lavoro di due o tre membri (tra i quali Guido Valori) a cui l’ad Cardinaletti e il ds Giaretta dovranno rivolgersi per ottenere l’autorizzazione agli acquisti in sede di calciomercato.

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