Orsolini, guardare ma non toccare

Resistere all’assedio delle big per alimentare le proprie ambizioni societarie

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Foto Piceno Time

Una società solida, in grado di autofinanziarsi e decisa a sfornare in proprio giovani talenti. Questo l’imprinting dell’Ascoli Picchio, la tara genetica più volte sbandierata dal presidente Francesco Bellini. E quale migliore occasione per confermarlo se non quella di resistere alle sirene delle big che cercano insistentemente di ammaliare Riccardo Orsolini, fiore all’occhiello del vivaio bianconero.

Nato poco più di diciannove anni fa, Riccardo da Rotella ha fatto tutta la trafila nel nostro settore giovanile. Attaccante mancino dalle indiscusse qualità, si è messo particolarmente in evidenza nell’ultimo torneo di Viareggio. Catalizzando l’attenzione dei grandi club del calcio italiano. Non solo il sito mondoprimavera.com, ma anche il noto giornalista Alfredo Pedullà sta dedicando ampio spazio al talento di casa nostra. Dopo una sostanziosa offerta del Genoa pervenuta in Corso Vittorio Emanuele poco più di un mese fa, il costo del cartellino sarebbe nel frattempo notevolmente lievitato. Stuzzicando anche l’appetito di Juventus e Roma.

Grande merito va riconosciuto a Cetteo Di Mascio, abile a raccogliere i frutti del lavoro dei suoi predecessori per rendere il ragazzo subito pronto per la prima squadra. Secondo Pedullà la valutazione del ragazzo sarebbe cresciuta di un ulteriore milione dopo l’inserimento in pianta stabile nella formazione allenata da Devis Mangia. Cioé per sei presenze dall’inizio, positive certo, ma senza acuti né gol. Immaginiamo che cosa potrebbe accadere dopo un’ulteriore stagione da titolare con la casacca del Picchio.

Un rischio che l’Ascoli deve assolutamente correre. Iniziando a dire di no alle big per dare continuità alle proprie ambizioni. Anche perché di giovani promesse ce ne sono altre in rampa di lancio. Sono costate zero o giù di lì, potrebbero valere un capitale. Alcuni magari non sfonderanno, ma basterebbe vincere una scommessa per fare bingo. Perché sono finiti i tempi delle vacche magre in cui ci si affrettava – non senza successivi rimpianti – a svendere i vari Barzagli e Bocchetti prima della loro definitiva consacrazione. L’Ascoli di oggi può permettersi di pagare lauti stipendi ai dirigenti. E quindi può anche considerare il costo opportunità di tenersi giocatori validi per sfruttarne al massimo le potenzialità. Tecniche ed economiche.

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