Giorgi, mal d’amore

Il troppo attaccamento alla maglia dell’Ascoli lo ha soffocato. Sbagliato crocifiggerlo

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GiorgiEspulsoQuanti di noi venerdì notte non hanno dormito. E quanti ancora non lo hanno fatto neppure sabato. L’ansia prima, l’amarezza mista alla preoccupazione poi. Non è soltanto un gioco, è molto di più. Ma puoi capirlo solamente se lo vivi in prima persona e non da semplice comparsa. Teniamo troppo a quella maglia e a tutto quanto rappresenta.

Ora, voi che non avete chiuso occhio e farete fatica a farlo anche nei prossimi giorni, immaginate di poterla giocare quella partita. Con tutto il fardello di responsabilità che ne consegue. Onori, ma anche molti oneri. Un peso enorme, un macigno. Per questo siamo convinti che se Gigi Giorgi sabato scorso, anziché quella dell’Ascoli, avesse indossato un’altra maglia – tipo quella del Cesena o dell’Atalanta – non avrebbe commesso quel fallo ingenuo a metà campo.

Già ammonito pochi minuti prima dalla severità dell’arbitro Pairetto, avrebbe evitato di allungare quella gamba su un pallone ormai irraggiungibile. Un eccesso di generosità, dettato da una responsabilità enorme che a volte finisce per soffocarlo. Ha sbagliato, nessuno lo mette in dubbio. Ma è stato il troppo amore a spingerlo.

Per questo non va crocifisso. Gigi è uno di noi, così come lo è Peppe Bellusci che ne ha preso le difese in serata con un post sul gruppo facebook “Tifi l’Ascoli se…”, scritto in modo genuino e dettato dalla passione ma equivocato da molti. Avercene altri di Giorgi e Bellusci in squadra. Il nervosismo ci sta consumando al crepuscolo di una stagione logorante. Ma abbiamo già tanti problemi, esterni e intestini, da non dover assolutamente crearcene di nuovi. Non facciamoci del male da soli. No al fuoco amico.

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