Cacia, lento innamoramento

Il rapporto con la piazza è iniziato in sordina. Ma adesso è amore ricambiato

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EsultanzaGolNon esiste una regola fissa, ognuno ama a modo suo. C’è chi crede al colpo di fulmine. E chi invece si abbandona a un lento innamoramento.

Anticipato da grandi aspettative, l’approccio di Daniele Cacia con la piazza picena non è certo stato ottimale. Il suo carattere schivo, poco ruffiano, insieme a una prolificità non subito pari alle attese, aveva contribuito ad alzare una cortina di diffidenza. La scelta di vivere sulla costa, a debita distanza dall’epicentro del tifo, rientrava nel suo essere “professionista”, inteso nel senso letterale del termine. Ossia uno che intende il gioco del pallone come un lavoro. Così come le sue lamentele in merito alle strutture di allenamento, oppure alcune dichiarazioni schiette e non ipocrite. Alcuni gli rimproveravano persino la mancata esultanza ai gol dei compagni. E a gennaio le voci di una sua probabile partenza, frenate a stento persino dalle norme che lo impedivano a stagione in corso. Insomma, sembrava non esserci feeling.

Poi, all’improvviso, la scintilla. Martedì primo marzo, turno infrasettimanale. Daniele realizza un gol importantissimo e di rara bellezza contro il Modena. Si reca sotto la Sud e fa l’inchino. Un gesto meraviglioso per ripagare una tifoseria che – a detta sua – l’aveva fatto emozionare. Cacia era rimasto incredibilmente impressionato dall’accoglienza ricevuta tre giorni prima alla Corte del Sole al rientro della squadra dalla “battaglia” dell’Adriatico di Pescara.

Da lì Daniele, onorando la fascia da capitano cedutagli in assenza dell’infortunato Giorgi, non si è nascosto, caricandosi la squadra sulle spalle. Non solo in campo ma anche fuori. Assumendosi, per esempio, le responsabilità di aver fallito il 4-2 contro l’Avellino, pur di coprire lo sciagurato errore del compagno Mitrea. Oppure fungendo da punto di riferimento nel confronto con gli ultras, per dare il buon esempio ai compagni più giovani. Al Curi non ha segnato, ma in campo si è vista una guida. E questo tutti l’hanno capito. Anche i 582 tifosi al seguito, solitamente contrari ai cori ad personam. Ma per un Cacia così, è ammessa anche un’eccezione.

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