Ascoli-Lecce 1-0

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“Ce l’ho”, “Manca”. “Ce l’ho”, “Manca”. “Ehi, hai un bomber vero quest’anno?”. Fino a qualche mese fa, purtroppo per noi, avremmo risposto la seconda. E invece quest’anno sembra proprio di no. Quest’anno “Ce l’ho”, l’Ascoli ce l’ha. Si chiama Matteo Ardemagni e, in una partita di sofferenze (fisica anzitutto), fa quello che deve fare uno nato per buttarla dentro. La butta dentro. Peraltro sotto la Sud. Per la prima volta, la prima bellissima volta. Per la prima vittoria dell’era Vivarini.

Il vinile del disc jockey Vivarini è inedito e ha il titolo “Metto il trequartista”. Ardemagni è a mezzo servizio (e si vede), Ninkovic ha bisogno di minuti a ritmo alto e allora Baldini va nella posizione del “diez” che, comunque, non è la sua preferita. Dietro spazio a Valentini per Padella che si blocca durante il riscaldamento, centrocampo come previsto, FCC. Liverani, che è uno spettacolo osservare dirigere la squadra a bordo campo, se la gioca con due blocchi. Sei dietro, con la difesa a quattro in linea, quattro davanti.

Il cantiere aperto bianconero ha una piccola buona notizia al ritorno in campo: il prato, infatti, è sensibilmente migliore rispetto a quello della vergognosa situazione col Cosenza. Attenzione, però: migliore non significa ok. Manca ancora abbastanza per tornare ai livelli, crediamo irraggiungibili, di Raduchi. I leccesi si sentono, sono più di seicento e nel settore centrale della Curva cantano a petto nudo (non dieci, venti, almeno duecento a petto nudo, quasi una coreografia!), la Sud è la solita, fantastica, muraglia di maglie e braccia che si agitano all’unisono.

Notizie della contesa? Lanni, eh… Lanni! Quando Falco fa trenta metri senza che a nessuno venga in mente di affondarlo, respinge da campione, aprendosi sulla sua destra, il tiro dell’ex pescarese. Un vero paratone da portierone, da “San Lanni”. Che si ripete prima del riposo sventando il cross basso da fondo campo di Pettinari. Quel pallone, viscido, era diretto sul piedino di Mancosu a rimorchio a un passo dalla gloria.

E l’Ascoli? Ancora giocate elementari quando c’è da proporre, ma era previsto. Frattesi prova dalla distanza, Ninkovic è sfortunato sull’occasionissima del primo tempo: la testata dell’ex Partizan supera Bleve (in campo per l’infortunio di Vigorito nel riscaldamento), ma la traversa non bacia la palla verso il basso, verso la rete. Mani nei capelli per la cosa più pericolosa del primo tempo. E’ un peccato, perché questa è una di quei dadi di Diavolina che potrebbero incendiare il gioco offensivo dei bianconeri. E invece si va a riposo. Zero a zero.

Cinque minuti della ripresa e D’Elia dimostra di aver letto, ripetuto e imparato alla perfezione il “Manuale del terzino sinistro”. Falco scappa, Scavone è a rimorchio per il gol facile facile. Ma non ha fatto i conti col “seis” bianconero che in diagonale di chiusura anticipa e si prende, giustamente, un boato dai Distinti Ovest. Un gol fatto, pur non finendo sul tabellino. Lanni alza bandiera bianca per un problema muscolare (applausi per lui) e al suo posto torna in campo Perucchini. Dopo poco Beretta subentra a Baldini.

Al 70′ succede quello che tutti, dal giorno della sua firma, si aspettavano da Matteo Ardemagni. Laverone doppiopasseggia a destra, la piazza bassa e forte. Lui fa il bomber, col movimento da bomber, il tocco sporco da bomber, a due passi dalla porta. Uno a zero. Tutti sotto la Sud ad abbracciare il capitano di giornata. Liverani allora prova con Palombi a ridestare i suoi e Arrigoni sfiora il pari sugli sviluppi di un corner che Cavion regala al Lecce.

Il Lecce avanza il baricentro, Cavion farebbe anche il 2-0 su assist di Ninkovic, ma è in fuorigioco e diciamoci la verità: Dzigi avrebbe potuto giocarsela meglio quella palla a tu per tu con la solitudine nell’area salentina. E poi c’è Brosco. Brosco non ne sbaglia una. Di testa, in anticipo secco, nel corpo a corpo, nel posizionamento. Si va nel recupero, la Curva è una bolgia, tutti saltano e battono le mani. Esce anche il sole. La Mantia ci prova di testa, ma Perucchini c’è. Poi ci prova Petriccione, ma Perucchini c’è. “Fino alla fine Ascoli Calcio” urla lo stadio. E la fine arriva. Uno a zero per il Picchio. Era ora. Era davvero l’ora.

ASCOLI (4-3-1-2): Lanni (57′ Perucchini); Laverone (80′ De Santis), Brosco, Valentini, D’Elia; Frattesi, Casarini, Cavion; Baldini (63′ Beretta); Ardemagni, Ninkovic. A disp: Bacci, Quaranta, Troiano, Zebli, Kupisz, Valeau, Addae, Ganz, Rosseti. All. Vivarini
LECCE (4-2-3-1): Bleve; Fiamozzi, Cosenza, Meccariello, Calderoni (83′ Venuti); Petriccione, Arrigoni; Falco, Mancosu, Scavone (71′ Palombi); Pettinari (65′ La Mantia). A disp.: Milli, Lepore, Torromino, Haye, Marino, Tsonev, Tabanelli, Armellino, Bovo. All. Liverani
ARBITRO: Rapuano di Rimini (Cangiano, Schirro; Marchetti)
RETI: 70′ Ardemagni (A)
NOTE: recupero 1’+ 5′ ammoniti Cosenza, Calderoni (L), Frattesi (A) per gioco scorretto, Ardemagni, Ninkovic (A) per comportamento non regolamentare. Spettatori 6403 (di cui 3474 abbonati) per un incasso di 53715,18 euro.

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