Ascoli, c’è un problema arbitri

Una classe mediocre per il campionato di B. Ma nessun complotto, basta vittimismo

0 545

Nella foto gli arbitri

Tanti torti arbitrali. Troppi. E in una nazione basata su magheggi, lobbies e giochi di potere, viene quasi naturale gridare al complotto. Però, ragionandoci a mente fredda, non può essere un’ipotesi credibile. Vediamo perché.

LEGA E AIA
Si parla genericamente di “palazzo”, eppure Lega e Figc sono due entità distinte.
La LNPB – comunemente detta Lega B – è l’organo privato che gestisce il campionato di serie B. E’ costituita dalle ventidue società iscritte e il suo presidente è un manager democraticamente scelto, Andrea Abodi.
L’AIA – Associazione Italiana Arbitri – è invece una componente della Figc. L’organico della CAN B è composto da 26 arbitri, 41 assistenti e 26 osservatori arbitrali. Il responsabile è l’ex fischietto Stefano Farina.

L’ORGANICO
Alla fine di ogni stagione alcuni arbitri salgono di categoria, altri vengono dismessi. Non ne è consentita la retrocessione. Vige un regolamento molto rigido e dettagliato in materia, ci sono anche limiti anagrafici o di permanenza nella categoria.
Le promozioni o le dismissioni avvengono sulla base di una graduatoria scaturita dalla media delle valutazioni che gli osservatori arbitrali fanno settimanalmente.

LA VALUTAZIONE
La scala di valutazione varia dall’ottimo/eccellente (8.70 – 9.00) all’insufficiente (7.00 – 7.70).
Sono cinque le tematiche oggetto di valutazione:
1) applicazione ed interpretazione delle regole, controllo della gara, approccio tattico, gestione della partita;
2) controllo disciplinare, gestione dei calciatori e dei dirigenti in panchina;
3) condizioni fisiche, spostamento e posizionamento;
4) collaborazione con gli assistenti ed il quarto ufficiale;
5) personalità.
L’osservatore esprime un giudizio anche su stato di forma, affidabilità e futuribilità.
La valutazione viene stilata anche per gli assistenti, con particolare attenzione alle decisioni sul fuorigioco e alla reattività ai falli commessi nella relativa zona.
Affinché il suo posizionamento sia corretto, l’assistente deve mantenersi costantemente in linea con l’ultimo difensore, in modo da poter giudicare in modo ottimale la posizione (regolare o irregolare) degli attaccanti.
Più gravoso è il ruolo dell’assistente 1, quello che deve posizionarsi nel lato delle panchine.

LA GIORNATA TIPO
L’osservatore incontra la quaterna qualche ora prima del match, facendo un breefing preliminare nella hall dell’albergo in cui alloggia.
Poi tutti insieme si recano allo stadio ed effettuano un sopralluogo sul terreno di gioco.
L’arbitro presta particolare attenzione alle maglie delle squadre e dei due portieri, evitando colori confondibili anche con la propria divisa.
Esauriti i preliminari, l’osservatore raggiunge la tribuna ed osserva la partita prendendo appunti. Il primo tempo lo guarderà in corrispondenza di un assistente, il secondo dell’altro.
A fine gara nello spogliatoio dell’arbitro c’è il confronto tra osservatore e quaterna arbitrale.

IL PUNTEGGIO
E’ la media scaturita dalle valutazioni di cui sopra. Uno scarto di pochi centesimi può fare la differenza.
E mentre un errore tecnico abbassa il punteggio, una decisione corretta – seppur difficile – rientra nella norma. Perché nel concetto dell’Aia, per assurdo, l’arbitro che dirige bene la gara ha fatto semplicemente il suo dovere.
Ma sappiamo bene che la realtà è diversa.
Per questo ci rifiutiamo di credere ad errori volontari, capaci comunque di compromettere una carriera perché commessi davanti all’occhio vigile delle televisioni.
Accettiamo dunque l’idea di una classe arbitrale mediocre ed inadeguata. Questo è quello che passa il convento.
Per quest’anno, visto l’alto numero di torti già subiti, sarà difficile trovare una compensazione naturale. Ma prima o poi, nel dubbio, arriverà anche qualche fischio a favore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnati *